La domanda che ci si può porre è se l’idea di profilo in uscita implichi necessariamente l’idea di curricolo.
Di Scuola del Curricolo si parla in alternativa a Scuola del Programma, probabilmente optando per una visione orientata sia al soggetto-discente che alle componenti trasversali delle discipline.
E’ già nel regolamento dell’autonomia che si prevede il passaggio da Scuola del programma a Scuola del curricolo; in T. De Mauro, Indirizzi per l’attuazione del curricolo, si dice:
“E’ evidente la differenza tra il programma e il curricolo: il programma indica un insieme di contenuti definiti centralmente: a essi il docente doveva riferirsi per il suo insegnamento (…) Il curricolo parte anch’esso dai contenuti, ma delinea l’articolato e complesso processo delle tappe e delle scansioni dell’apprendimento. I contenuti stessi divengono così non tanto la guida dell’insegnante, quanto la via per far conseguire alle allieve e agli allievi conoscenze solidamente assimilate e durature nel tempo. (….) In tal senso (il curricolo) esso è al centro della nuova scuola: ne interpreta le finalità e le traduce nei contesti delle pratiche educative”
Il Profilo delinea identità e comportamenti, quali espressioni di cittadinanza attiva, del soggetto competente. Raccoglie cioè, con curvatura sul soggetto, obiettivi di apprendimento e finalità dello specifico indirizzo di studio, obiettivi didattici e trasversali.
Il D.M. n. 139, “Innalzamento dell’Obbligo scolastico”, 2007, afferma che le competenze di base degli assi culturali costituiscono le fondamenta, il tessuto, il substrato per individuare percorsi di apprendimento orientati all’acquisizione delle competenze chiave.
L’integrazione tra gli assi culturali rappresenta uno strumento per l’ innovazione metodologica e didattica; rimane alle scuole ed alla loro quota di flessibilità la progettazione di percorsi di apprendimento.
Si può ipotizzare perciò che il profilo (atteso) in uscita delinei uno studente–cittadino che, indirizzato dalle competenze disciplinari, comprende e si orienta nell’ambiente in cui vive e opera.
La certificazione delle competenze diviene una opportunità per descrivere il profilo emergente dell’allievo
Prima di analizzare sinteticamente l’evoluzione delle idee di profilo e curricolo presenti nei documenti ministeriali dal 2000 ad oggi, propongo una riflessione sui concetti di profilo atteso e profilo emergente presenti nel testo “Riforma del curricolo e formazione dei talenti”, a cura di U. Margiotta, 1997, Armando Editore, in quanto sono già presenti le “Linee metodologiche ed operative” per la costruzione di un nuovo curricolo che è strettamente collegato alla idea di profilo
Profilo formativo atteso e padronanze |
I processi ed i sistemi di padronanza costituiscono la dimensione trasversale che porta dalla riflessione sulle discipline alla individuazione dei percorsi disciplinari per l’apprendimento. |
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Profilo emergente |
La evoluzione del profilo si osserva attraverso la valutazione di processi di apprendimento che concorrono alla padronanza, cioè alla generalizzazione delle nuove.
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è Nel documento elaborato dalla Commissione De Mauro per il Programma di Riordino dei Cicli di Istruzione (Decreto Ministeriale 15 giugno 2000), le parole chiave sono Obiettivi di apprendimento relativi alle competenze degli alunni (scuola del primo ciclo), curricolo, Profilo di uscita ( scuola del secondo ciclo) e continuità. Vengono ribaditi la dimensione formativa delle discipline nella scuola di tutti e .., il cui nucleo centrale è costituito dai saperi essenziali. I curricoli della scuola di base, (De Mauro, febbraio 2001) non furono mai consultati dalle Scuole.
è Seguirono , con il Ministro dell'Istruzione Moratti, Le Indicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzati (2002-2004) per il primo ciclo e i Piani di studio per il sistema dei licei e degli Istituti di Istruzione e Formazione professionali (Decreto legislativo 17 ottobre 2005).
Comune a tutti gli ordini di istruzione e formazione è l'importanza data al profilo educativo, culturale e professionale in uscita, comune pure l'enfasi posta su “uomo e cittadino” anche per il ragazzo di quattordici anni; la sottolineatura delle discontinuità tra scuola primaria e secondaria, tra il sistema dei licei e quello della istruzione e formazione professionale.
Da considerare l'introduzione del portfolio che potrebbe divenire strumento per una possibile certificazione.
è Sotto il governo Fioroni nascono Le Indicazioni per il curricolo (luglio 2007) e il documento sul Nuovo Obbligo di Istruzione (settembre 2007). Le prime vogliono ripristinare la forte unitarietà del percorso dai tre ai quattordici anni: “ Il curricolo si delinea con particolare attenzione alla continuità del percorso dai 3 ai 14 anni”…”il curricolo si articola attraverso i campi di esperienza nella scuola dell’infanzia ed attraverso le discipline nella scuola del primo ciclo”. Nell’ottica dell’unitarietà vengono indicati traguardi di competenza solo al termine delle classi terze e quinte della scuola primaria e classe terza della secondaria di primo grado.
Nonostante il documento sull’Innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni, la stessa continuità non si riscontra con il biennio superiore. Probabilmente si sta cercando questa continuità nella Bozza delle Nuove Indicazioni sia attraverso i riferimenti alle competenze chiave europee che attraverso la descrizione del “profilo delle competenze al termine del primo ciclo”: il nuovo documento è sottoposto documento all'esame delle Scuole sino al 7 luglio 2012.
Il D. M. n. 139 ripropone l’equivalenza formativa dei vari percorsi: le competenze di base dei quattro assi culturali sono sgranate in conoscenze e abilità. “ Le competenze chiave … sono il risultato che si può conseguire - all’interno di un unico processo di insegnamento /apprendimento - attraverso la reciproca integrazione e interdipendenza tra i saperi e le competenze contenuti negli assi culturali”.
è L'atto di indirizzo del Ministro Gelmini (2009) evidenzia la discontinuità tra Indicazioni, Nuove Indicazioni e pone una gerarchia a tre livelli tra le discipline. Discontinuità anche per il ritorno al voto numerico e al voto di condotta. La stessa certificazione delle competenze a fine obbligo e alla fine della secondaria di primo grado è accompagnata da voto numerico.
Nel 2010 vengono promulgati i regolamenti di riordino degli istituti superiori: Indicazioni nazionali per i Nuovi Licei, Linee guida per gli Istituti Tecnici e Professionali. Le Indicazioni comprendono la nota introduttiva, il profilo generale, il profilo specifico del percorso, il quadro orario e le Indicazioni di ciascuna disciplina. Le Linee guida includono Orientamenti per la organizzazione del curricolo.
Nel Profilo educativo, culturale e professionali degli Istituti Professionali, Tecnici e dei Licei è sottolineata la identità dei diversi percorsi e la necessità di una solida preparazione culturale. A questa viene assegnato, però, un certo rilievo al “piano metodologico” per l’istruzione liceale.
Dalle Linee Guida per gli istituti Professionali: “Il riordino degli istituti professionali risponde all’esigenza di organizzare percorsi formativi quinquennali, finalizzati al conseguimento di un titolo di studio, fondati su una solida base di istruzione generale e tecnico-professionale riferita a filiere produttive di rilevanza nazionale che a livello locale possono assumere connotazioni specifiche”