Il primo documento che segna l’avvio di una riflessione allargata sull’educazione nella società della conoscenza , con particolare attenzione alle conoscenze e competenze di base , è la Dichiarazione mondiale sull’educazione per tutti, elaborata dall’UNESCO nel 1990. All’art.1 essa afferma: “ Ogni persona….dovrà poter beneficiare di opportunità educative progettate per rispondere ai personali e fondamentali bisogni di apprendimento. Questi bisogni comprendono sia gli strumenti essenziali di apprendimento (literacy, espressione orale, numeracy e problem solving) sia i contenuti di base (conoscenze, abilità, valori e attitudini) necessari agli esseri umani per poter sopravvivere, sviluppare le loro capacità, vivere e lavorare dignitosamente, partecipare pienamente allo sviluppo, migliorare la qualità della loro vita, prendere decisioni informate e continuare ad apprendere” .
La Dichiarazione viene formulata dopo un lungo percorso di osservazione e di attenzione ai macrofenomeni economici e sociali che già allora cominciavano ad investire il mondo occidentale e non, e che comportavano la messa in discussione di una formazione di base ripetitiva, senza legami con la realtà, avulsa da un contesto di relazioni socio-economiche e culturali, quali invece la società globale richiedeva. In particolare si assumono in essa come elementi guida l’essenzialità degli strumenti e dei contenuti di base (conoscenze e abilità) , capaci di organizzarsi , se sollecitati in determinate dimensioni e direzioni, in strumenti di soluzione dei problemi, le competenze.
Un lungo percorso di riflessione, ideazione e progettazione porta altri organismi internazionali, europei e mondiali, a dare profondità e concretezza a questa prima lettura di un futuro prossimo venturo, fino alla elaborazione e pubblicazione di framework in cui ben definite competenze di base, competenze chiave e competenze trasversali sono dichiarate assumibili, con le dovute attenzioni e i dovuti distinguo, nei curricoli dei paesi che sentissero la responsabilità di una formazione attiva e critica del cittadino del XXI° secolo.
E’ da queste riflessioni ed esperienze che prende l’avvio la concettualizzazione di parole come competenza, competenza chiave, competenza trasversale e da queste deriva poi l’indicazione, da più fonti e voci autorevoli, di processi cognitivi, culturali, comportamentali omogeneamente proponibili per la formazione delle giovani generazioni.